La Regina delle Langhe a casa Baricchi


Qualche volta è bello sentirsi a casa, tornare tra le "mura" che ti hanno cresciuto, sentirsi confortati. 
Beh, questo è quello che provo ogni volta che apro un grande vino tra i Piemontesi, di quelli che hanno fatto e continuano a fare la storia del Piemonte nell'Italia e nel Mondo, pieni di eccellenza e ricchi di tradizioni. 

Oggi parliamo di Barbaresco, "l'altra faccia" del grande Nebbiolo di Langa, una sorta di Regina al fianco del Re Barolo. Per farlo ci spostiamo col pensiero tra le colline del comune di Neviglie, non distante da Barbaresco, dove sorge Cascina Baricchi. Attenta alla vinificazione dei grandi autoctoni piemontesi, Cascina Baricchi è da anni in prima linea quando si parla di grande vino, e il suo Barbaresco Riserva ne è la prova più concreta. 



100% Nebbiolo, vinificazione tradizionale in acciaio e a riposo per 36 mesi (in parte tonneaux, in parte barriques) e 12 mesi in bottiglia prima dell'uscita in commercio. 
Nonostante le botti piccole, il Barbaresco Riserva di Cascina Baricchi profuma di tradizione, di storia, di sapere piemontese. 


Quella degustata è l'annata 2012: si presenta nel calice con un bellissimo color granato, scarico e trasparente che comunica eleganza sin da subito, denotando un'evoluzione abbastanza celere nonostante i soli 6 anni d'età, una magnifica consistenza, sinuoso. Il naso è piacevolmente bilanciato con sentori che vanno, di primo impatto, dai fiori secchi ai piccoli frutti rossi ben maturi, passando poi per un'intensa sensazione di spezie ma non pungente, una spiccata nota minerale, ematica, e una leggera sensazione eterea. In bocca è carico, vellutato, ben equilibrato dalla beva piacevolissima, regale: una Regina, appunto. 
Data l'importanza del sorso, l'abbinamento ideale è a base di selvaggina, meglio se stufata, ma non stona con secondi importanti di carne rossa in genere o con preparazioni a base di tartufo, grazie alla grande eleganza del vino.



Un vino nobile, senza dubbio, ma non per questo non alla portata di tutti. Basta saper apprezzare e, perché no, godere un po'.



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